La maledizione del De School

19 febbraio 2017

 

La mia bicicletta si ribella

Come già raccontato la settimana scorsa, a novembre sono caduta in bicicletta. Ero diretta ad un locale chiamato De School, al quale non ci ero mai arrivata. Comunque, alla fine tutto si è risolto bene e ho imparato che andare in bicicletta non è come andare a piedi. Da quella volta, mi impegno tantissimo e rimango (quasi) sempre concentrata sulla strada.

Ma la mia bicicletta – dopo quel giorno – ha deciso che posso riguadagnarmi la sua fiducia solo con tanta fatica. Così, ha iniziato a ribellarsi e a propormi sfide sempre più difficili.

Dopo i cambi – già a quel tempo non funzionanti – un po’ alla volta vari altri pezzi mi hanno abbandonata. E va anche bene, in realtà, finché quei pezzi non sono parti fondamentali per la sopravvivenza. Tipo i freni.

Ma poi, è arrivato il giorno anche di quelli. O meglio, dell’unico freno che avevo. Ma nessun problema, perché tanto la mia bicicletta è olandese e quindi ha i freni a contropedale. Che funzionano sempre, tranne quando ti cade la catena. Cosa assai divertente se ti succede in discesa, per esempio. E la mia bicicletta è più furba di me: nelle due settimane successive mi è caduta la catena più o meno una volta ogni due giorni.

 

C’è sempre il gran finale

Per il momento, sono sopravvissuta a tutte le prove che la mia bicicletta mi ha fatto affrontare. Fino a questo venerdì, quello che spero vivamente sia il gran finale della storia e non la modesta fine di un solo capitolo.

Dopo un bell’aperitivo al lavoro e dopo aver provato l’emozione di essere discriminati perché italiani – vietandoci di entrare in un bar con altra gente – è arrivata la super idea: De School. Questa volta ero seriamente motivata ad arrivarci – viva e intera. Cosa che effettivamente è stata. Arrivo nel piazzale esterno, parcheggio la bici, chiudo il lucchetto e… crack, la chiave si spezza. Bici bloccata, di notte, dall’altro lato della città rispetto a casa mia.

Ho preso le mie cose, ho salutato tutti e sono tornata a casa a piedi. Un’ora e mezza di passeggiata salutare notturna. Il De School non è proprio cosa per me.

 

By the way… Sono di nuovo in possesso della mia bicicletta. Evidentemente, non sono l’unica alla quale succede perché c’è un simpatico ragazzo che nella vita vive solo di questo. Gira per la città col suo furgoncino bianco a tagliare lucchetti a chiunque ne abbia bisogno. Un eroe, insomma.

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